La Città di Dio e la città dei banchieri

presentazione di gesù al tempio

 

 

La città di Dio (latino: De Civitate Dei, o anche De Civitate Dei contra Paganos) è un’opera latina scritta in ventidue volumi da Sant’Agostino d’Ippona tra il 413 e il 426; egli scrisse i primi dieci libri con la finalità di difendere il cristianesimo dalle accuse dei pagani ed analizzare le questioni sociali-politiche dell’epoca; negli altri dodici libri, invece, tratta della salvezza dell’uomo.

 

In un celebre passo della sua opera  “La città di Dio” Sant’Agostino prefigurava due città:

« L’amore di sé portato fino al disprezzo di Dio genera la città terrena; l’amore di Dio portato fino al disprezzo di sé genera la città celeste. Quella aspira alla gloria degli uomini, questa mette al di sopra di tutto la gloria di Dio. […] I cittadini della città terrena son dominati da una stolta cupidigia di predominio che li induce a soggiogare gli altri; i cittadini della città celeste si offrono l’uno all’altro in servizio con spirito di carità e rispettano docilmente i doveri della disciplina sociale. »
(La città di Dio, XIV, 28)

Nessuna città prevale sull’altra. Nella storia, infatti, le due città sono mischiate e mai separate, come se ogni uomo vivesse contemporaneamente nell’una e nell’altra. Sta quindi a quest’ultimo la scelta di decidere da che parte schierarsi. L’uomo si trova al centro tra queste due città e solo il giudizio universale può separare definitivamente i beati dai peccatori.

Ognuno potrà capire a quale città appartiene solo interrogando se stesso.

 

L’opera di Sant’Agostino dopo 1.600 anni è quanto mai attuale ed ancora una volta interroga il cuore di ciascuno di noi chiedendoci che tipo di città vogliamo contribuire a costruire?

Le confessioni

Sull’argomento desidero segnalare il recente film “Le confessioni” di  Roberto Andò in cui uno straordinario Toni Servillo interpreta un monaco certosino alle prese con un vertice mondiale di persone che possono decidere sul futuro del mondo intero.  Belle anche le intepretazioni di Daniel Auteuil, Connie Nielsen e Pierfrancesco Favino.

Benedetto Spadaro

 

 

 

 

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